


io foto io io io credo 1987 anno quasi fatale
addirittura
approssimato per difetto, costretto approssimato, io per le fatalità della vita costretto a essere approssimato nel mio cinema che può anche risultare alla fine approssimativo e non vorrei proprio, io che nella mia imprecisione tendo ad essere così preciso e dunque la più mia estrema incoerenza apparente anche in mio perseguire giornaliero inseguire il cinema e cioè non tanto il cinema ma il pensiero di esso cinema...
e copio-incollo da pag.158 de IL MIO LIBRO scritto e rimasto aperto (oggi io titolo così e domani chissà... titolerò Resurrezione secondo di Lev Tolstoj e Tonin De Bernardo)
- ... l’inquietudine è la chiave del pellegrinaggio infinito -materiale e interiore- di Pierre Favre. Quando viaggiava, Favre lo faceva a piedi, talvolta accettando di servirsi di un mulo. Con sé portava poche carte, quelle su cui scriveva di altri viaggi. - da “Viaggiare. L'altro luogo di Pierre Favre” Marco Dotti) ma dall'altra parte (e dico qui “altra”parte) io continuo a leggere-rileggere dopo più di mezzo secolo della mia vita L'ELETTO e Thomas Mann ovviamente è un'altra cosa ancora essendoci accostati a Forster Wallace (1962-2008)...



essere fatalmente ripiegato su me stesso, per forza di cose, oggi che l'altra notte i morti di Paris a Republique vicino a Marie e Joel colpiti dai "terroristi" dell'Isis (e non dico nemmeno lo stadio del calcio perchè non mi compete perchè non amo il calcio e non so nemmeno dove si trovi uno stadio a Paris), io che torno sempre qui al mio blog che i giorni li vivo come fossero secoli, talmente per me son pieni di cose che fatalmente non esistono, io-noi cerchiamo di darci a vicenda delle co-ordinate con ore e giorni e mesi e anni e lo stesso anno possibilmente et hic et nunc per possibilmente ritrovarci e ancora una volta riabbracciarci, io piango, per il fatale non potere...
e qui le immagini delle mie reliquie qui raccolgo... E qui sopra a sinistra il quaderno di Giovanna Debernardi la mia madrina adorata nonchè sventurata, mamma di 55 gatti e 45 cani che teneva in casa sua, per non contare tutti gli altri sparsi fuori... e anche GIOVANNA D'ARCO Ingrid Bergman la mia nostra Ingrid mai come nessun'altra fu mia-nostra JOAN OF ARC VictorFleming LA PASSIONE DI GIOVANNA D'ARCO di Dreyer 1928, Falconetti e Artaud gli altri due sventurati nella vita diversamente difficile per entrambi, io non sapevo della fine di lei in Argentina... dunque, io approssimato nel mio cinema che invece per me e mie interiora e mia testa tendenzialmente... e invece il cinema torna a scoccare per me fatale come freccia dall'arco teso


... (continua il libro) e ancora essendoci accostati in ultimo a Pierre Favre (Concilio di Trento e Ignazio di Loyola 1525) - Portava loro il “dono delle lacrime”. Così, in una lettera inviata al priore della certosa di Treviri, il priore di quella di Colonia descriveva l’operato tra i fedeli di un “uomo di grande santità”, ospite a
Magonza... - (s'interrompe qui per ora il libro)
e Alla ricerca del toro qui accanto è buddista e io ne ho distribuito il testo in successione a spizzichi nella mia sceneggiatura FEDRA, ARIANNA E FRATELLO MOSTRO (il Minotauro cioè il fratello mostro), scritta nel 2007 dopo MEDEE MIRACLE e pensavo a Maria de Medeiros, Sandrine Bonnaire, James Thiérrée e Jane Birkin come Pasifae la madre che ha amori bestiali e cioè col toro...


e intanto a Paris in questi giorni bui di tensioni sta la mia Barbés, il quartiere di Africani neri e bianchi, e cioè mussulmani, che più amo di tutta Paris!!!
ed è qui accanto
Alla ricerca del Toro
Alla ricerca
alla ricerca
alla
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