(continua dal precedente Sabato 18 luglio) .... E
ricordo che avevo letto le poesie di lui Felice Fischetti presentate
da Natalìa Ginzburg e ho deciso che volevo filmarlo e allora sono
andato a Collegno lui era ancora lì dentro nell'ex-manicomio e a me
faceva impressione entrare attraverso quel portone e cioè fin da
bambino avevo sentito parlare di Collegno come il manicomio e allora
nell'entrarci ero dominato dalla paura dei matti che avevo da bambino
e volevo persino chiedere a Mariella di accompagnarmi e così ho
superato il portone e entrato nel parco e poi lungo il porticato e
poi sono entrato nel padiglione e alla fine nel lungo atrio-corridoio
ho trovato lui Felice Fischetti il poeta che mi aspettava e allora
guardandolo lui così buono e mite e così disarmato mi sono
vergognato e avrei voluto solo abbracciarlo e magari piangere di
gioia nel riconoscere un mio caro fratello rinchiuso nel manicomio
(ma perchè?)... Ma come potevo aver provato paura ad entrare lì
dentro che ci ero andato per conoscere una persona così buona come
lui, che però era stata rinchiusa nel manicomio? Come potevo? E
nella storia della mia famiglia mi son poi ricordato dello zio di mio
papà e cioè fratello di mio nonno Antonio come il mio nome e questo
zio scriveva delle lettere per dirci di lui che era appunto stato
rinchiuso... ma questa è una storia per la prossima volta quando
scriverò STORIE
DI FAMIGLIA
il titolo e magari sarà il capitolo LA
FOLLIA
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