e continua e finisce così.....
SCENA 3, EST.G.
Lungo il fiume,
prima lei e poi se
ne va, poi ancora lui…
SCENA 4, EST.G.
Nella periferia, tra
costruzioni più o meno industriali,
lui e poi lei,
ognuno va verso…
Si alza una voce
off, prima lei e poi lui e poi di nuovo lei e poi di nuovo lui…
come fosse un dialogo, due monologhi che cercano il dialogo
Voce off:
IMPOSSIBILI.
SUPPLICI
Noi io al caro amico
possibile, l’impossibile,
ancora...
continua il mio (IO
E IL)
il mio ronzio nella
testa... ora, presente, sempre, come se ancora divenisse, il cerchio
dolora ma non si chiude, cioè ci sono già altri che non sono ancor
cerchi…
è, indovino, ampio
come un lago, vi confluiscono acque ruscelli torrenti fiumi, tanti...
ma è come impossibile... io a dire il vero sto dentro di me sempre a
cercare questo impossibile che
poi va al di là di tutto,
proprio perchè il
sistema del mondo cerca sempre il possibile che
sta nel tutto, una cosa tra tutte, e nella vita io e
forse tutti noi facciamo alla fine la vita che ci è possibile, ma
sempre guardando a quell'altra che è forse l'impossibile... (ma come
si fa a dire la vita?), cioè se mi sentissero quasi tutti...
vorrei venire anche
da te e incrociarti con altro altri altre…
e sarebbe bello
trovassi un poco... ma la ricerca posso dire dei soldi è per me
quasi impossibile...
sono pazzo? e cioè
potrei dire su cosa per vocazione impossibile non tanto nel farsi
(che invece avviene) quanto poi più ancora nel suo destinarsi,
e chissà ! ma cosa
è POI DAVVERO questo impossibile?
E
forse SENZA PRECISA DESTINAZIONE, se
non addirittura SENZA DESTINAZIONE,
ed è la contraddizione totale, essendo tutto intorno destinato
sempre a…
Ma devo smettere,
abbracciarti, CON AFFETTO possibile,
ma aggiungo ancora…
Ho cioè inteso tutto quello che si può secondo una certa
angolazione, da cui tutto risulta delimitato ma anche ingrandito…
TO A VOID – A UN
VUOTO. Vie o modi per arrivare a raggiungere il vuoto. Lo
svuotamento per poter accogliere il tutto, tutto e tutti. Proprio io
che voglio riempire sempre tutti gli spazi vuoti, questa volta ho
pensato al vuoto…
- Azione e
contemplazione potrebbero essere quegli opposti che tu non potrai mai
raggiungere né forse conciliare, MAI… - dico io a me stesso - però
si tende a… - ti dici ancora dentro.
Invito a cercare
intorno a noi quello che…
perché già c’è
e perché in realtà,
al fondo di tutto, non c’è nulla mai veramente da rivelare, e la
parola MAI rimbalza, per conto suo.
Non resta che
tentare accanto al coltello UN’ANTROPOLOGIA DELL’OGGI... accanto
al racconto delle CERIMONIE.
– Si può
constatare solo più dolorosamente… - né reale appartenenza né
più reale popolo?
Non azione, in
quell’altrove che si potrebbe anche dire per noi esotico Che
diventa quasi anche come una sorta di terra promessa, anche come
ispirazione.
Non restano a
consolarci che squarci della visione,
da una latitudine
all’altra, senza andare in cerca di una definizione che non esiste,
non possiamo, e cioè quello di cui non si sente più la necessità…
ma che forse qui nell’Occidente si vorrebbe, e di cui forse è
meglio dire che occorre riconoscerne pure l’impossibilità,
IMPOSSIBILITA’…
noi qui
nell’occidente, con i nostri terribili GRANDI CARTELLI DI DIVIETO.
IMPOSSIBILI. Ci vai a sbatter contro sempre, i cartelli di
divieto.
vivere è forse come
strappare ogni volta per puro accidente un momento a quell’altra
cosa che è vita che corre via, mentre forse qualcun altro fugge da
un’altra parte, magari opposta, e magari quel qualcun altro per
puro accidente risulta che sono io pure.
Io SUPPLICE,
SUPPLICHEVOLE VERSO GLI IMPOSSIBILI questi impossibili sono
tanti, non si contano, non hanno volto né nome all’anagrafe.
Ma sappiamo che “il
palazzo non è infinito, io so che non sono morto.”
E rotolano ancora
sempre le foglie secche sul selciato, col vento che soffia e le
spinge avanti rotolando, non c’è tempo per te.
Non rimane che
Pierre, te lo ripetono tanti SUPPLICI ti ritrovi
IMPOSSIBILI e l’altro non dice niente, ti ritrovi l’altro,
non è finito, non sono morto. Pierre o delle ambiguità.
il palazzo non è
infinito, terrapieni…
“IO SO CHE NON
SONO MORTO tu sai che non sei morto io so.”
“IO SO CHE NON
SONO MORTA io so che non sei morto, sono morta.”
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