lunedì 12 ottobre 2015

è la strada, è nel bosco, la

Questo era il terribile: la quiete nella non speranza.
Credere il genere umano perduto e non aver febbre
di fare qualcosa in contrario, voglia di perdermi,
ad esempio, con lui. Ero agitato da astratti furori,
non nel sangue, ed ero quieto, non avevo voglia di
nulla. Non mi importava che la mia ragazza mi aspettasse;
raggiungerla o no, o sfogliare un dizionario,
era per me lo stesso; e uscire a vedere gli amici, gli
altri, o restare in casa era per me lo stesso. Ero quieto;
ero come se non avessi mai avuto un giorno di vita,
né mai saputo che cosa significa esser felici, come
se non avessi nulla da dire, da affermare, negare, nulla
di mio da mettere in gioco, e nulla da ascoltare, da
dare e nessuna disposizione a ricevere, e come se mai
in tutti i miei anni di esistenza avessi mangiato pane,
bevuto vino, o bevuto caffè, mai stato a letto con una
ragazza, mai avuto dei figli, mai preso a pugni qualcuno,
o non credessi tutto questo possibile, come se
mai avessi avuto un'infanzia in Sicilia tra i fichidindia
e lo zolfo, nelle montagne; ma mi agitavo entro
di me per astratti furori, e pensavo il genere umano
perduto, chinavo il capo, e pioveva, non dicevo una
parola agli amici, e l'acqua mi entrava nelle scarpe.
Questo era il terribile: la quiete nella non speranza. Credere il genere umano perduto e non aver febbre di fare qualcosa in contrario, voglia di perdermi, ad esempio, con lui. Ero agitato da astratti furori, non nel sangue, ed ero quieto, non avevo voglia di nulla. Non mi importava che la mia ragazza mi aspettasse; raggiungerla o no, o sfogliare un dizionario, era per me lo stesso; e uscire a vedere gli amici, gli altri, o restare in casa era..... 

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