(CONTINUANDO) ...e
stasera mercoledì 15 ottobre 2014 sono già le 22,34 e cd ho rimesso
STABAT
MATER,
Haydn e ritorna e ritorna, e mi metto sul divano una pila di libri a
destra e un'altra a sinistra e io sto in mezzo seduto senza nemmeno
toccarli non ho la forza e intanto continua STABAT
MATER e
amen Ore 16,44 sì è meglio subito l'ora Variatio 25 Adagio a 2
clav. Nell'aria dalla finestra qua fuori le foglie secche VARIAZIONI
GOLDBERG
la ripresa e Marie Mar del Messico da Andrea di Berlino il cellulare
a Roma 5' di 10'17'' la variazione più lunga non si può nemmeno
dire come straordinaria l'arte del variare qui di Bach e le ore sono
16'57 il giorno 18 ottobre 2014 e cioè anche i giorni variano e il
computer dice venerdì ma è sabato Casalborg è la variazione sabato
campagna dopodomani di nuovo città sarà di nuovo lunedì e nuova
settimana e la vita-sulla-vita è solo variazioNE di universitarie un
solo tema sempre ma variaZIONE e ora Variatio 27 Canone all'aperto
alla Nona ma è già 28 e la 27 era a 2 clav.
Come ora la 29
anch'essa e appunto le cose si ripetono nell'alloggio la vita
(vita-sulla-vita) sempre e già la 29 ed è a 1 o 2 clav e adesso la
30 ma forse ho confuso i numeri di 1 e va a finire lo sentimento
senti ed è la 30 Quodlibet a 1 clav. Ma ho sbagliato è Aria da capo
e Finestrino FINEstrino fine e non-CONOSCENTE non sento più perchè
qui nella stradina nostra è passato un Quod orribile moto a 3 ruote
che ci ha impedito la musica ed è la fine come l'inizio ARIA DA CAPO
e anche la vita-sulla-vita è tale quale e ancora rombano i quod le
moto laggiù e l'ultima nota e silenzio Amen è così la vita e
l'arte delimitato Bach il variare Var
e vien fuori nel battere i tasti aitai27 e adesso le auto laggiù
nella strada che forse è regionale e questa qui piccola comunale
Amen e oggi non dovevo scrivere perchè ho lavoro altrettanta e dopo
mentre il giorno finisce e la luce se ne va noi due attraverso la
collina che è di fronte e siamo scesi per il versante altro e
Federica e i suoi quadri e poi ore 23,5 la sera Quartetto op.110
Shostakovic pianse sopraffatto quando lo sentì eseguire da un certo
quartetto e quando arrivarono alla fine i 4 vedendolo che piangeva
uscirono senza dir parola e lui... pag.193 oggi lunedì 20 ore 10.02
e già si deve ripartire e tornare alla casa-rifugio di via della
Consolata 5 mentre questa di qua è Santa Maria 2 - Casalborgone (To) accanto al cimitero Amen...
L’aereo
avvicinandosi all’aeroporto di Bangkok plana sulla terra del Siam
ovverosia oggi Thailandia, così l’ha voluta chiamare colui che
nell’anteguerra qui si rifaceva all’Italia di Mussolini e landia
era per lui dal termine tedesco land e ha voluto che le donne si
vestissero all’occidentale proprio come le vere donne fasciste…
ma l’antico vero nome è Siam, e io lì sotto guardo il verde, sono
le risaie, non l’ho però potuto
appurare veramente mai dopo che sono sceso e per tutto
il tempo che sono stato lì mi dicevano che non era la stagione del
riso, - e oggi già mercoledì 22 e posso solo dire già - ma a me
che sono del Piemonte e conosco Vercelli e Novara... (CONTINUA)
e facendo salto io copio-incollo - ...Umberto D. di De Sica è l’ultimo grande film “testimoniale” del neorealismo italiano: l’umiliazione e il trauma sono visti qui nel contesto della quotidianità postbellica, prima che la stagione consumistica ne rimuova quasi per intero le tracce visibili.
Per una volta ancora De Sica testimonia come la “dimensione sovrana, ultimativa, della Norma” porti alla disgregazione della protesta collettiva, ridotta ormai a un rituale, deprivata della sua forza
forza conflittuale. ....................
In alcuni momenti il libro di De Caro fa venire in mente quanto dice Sebald nel suo Storia naturale della distruzione: il desiderio di oblio e di trasfigurazione mitica dell’accaduto è particolarmente profondo in quei popoli che devono sopportare allo stesso tempo il trauma della violenza esercitata sugli altri e quello della distruzione subita, in un complesso di colpa e di umiliazione. La memoria preferisce abolirsi in una più tollerabile immagine di sogno, che lascia però impregiudicate le cause profonde del male avvenuto. È vero per la Germania, è vero per la Francia di Vichy, ed è vero anche per l’Italia del dopoguerra, benché sia pochissimo riconosciuto. -
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