UNA TESTIMONIANZA, reperto di tonino de bernardi * regista di cinema (italiano???), intorno al 2010 Scrivo a voi che siete il mio giornale, il Manifesto, – mi son detto - il
cui numero di ieri è stato fatto in strada a Roma, perchè anche io faccio
cinema di strada, come uso precisare in questi ultimi due anni a me stesso e a
chi mi sta vicino, e perché mi sono deciso a voler portare anche la mia personale
testimonianza. – Il cinema è in crisi anche per volontà politica - ieri avete riportato
le parole di Ettore Scola. La mia testimonianza? Scrivo dalle Lontane Province
(come si chiama la mia “ditta individuale” di produzione), non appartenendo a
nulla e nessuno, né all’Anac né ai 100 Autori. Quaranta tre anni fa sono nato
come appartenente all’area del cinema underground, era una volontà precisa. Ma
oggi? Io continuo ancora oggi a fare il “mio” cinema (che pensavo non più
“underground”) ed ancora esisto, anche se sembro fuori del mondo (e fuori dell’Italia,
essendo io casualmente Italiano…). Ebbene l’altro ieri da Roma mi ha chiamato
Gerardo della CITRULLO INTERNATIONAL, la produzione (da più di due anni) della
mia ultima sceneggiatura I VINTI NON VINTI. Antonioni nel ‘52 li aveva chiamati
I VINTI, io l’ho trovato un po’troppo implacabile e ho chiamato i miei giovani
protagonisti I VINTI NON VINTI e col tempo si è quasi creato con gli amici una
sorta di club di chi è o si sente un “vinto non” e questo lo dico per
dimostrare come sono vissuto in questo tratto di anni intimamente dentro ai
miei vinti-non…. Insomma la CITRULLO INTERNATIONAL ha fatto in questi due
anni un primo tentativo al Ministero a Roma proponendo il film come un corto da
girare a Torino (essendo che la prima parte si svolge a Torino, la seconda a
Paris, la terza in London). Il progetto il giugno dell’anno scorso è stato
bocciato con un punto in meno rispetto all’ultimo che ha meritato la
sovvenzione. E allora si è deciso di ripresentarlo al Ministero quest’anno come
un lungo, dopo aver ipotizzato di trovargli una distribuzione. Ora il possibile
distributore ha detto di no, la distribuzione di un film come il mio è
impensabile nella situazione odierna del cinema italiano. E allora la CITRULLO INTERNATIONAL
mi ha chiamato per comunicarmi che non c'è possibilità nell'Italia di oggi di trovare
i soldi per i miei “non vinti”! Ed è così, e a me non resta altro che
esclamare, come quando si fa una preghiera, AMEN. E che significa questo?
Allora significa che questa è la vita, questo il mondo, questo il far cinema e
occorre elaborare il lutto, come si suole dire. Oggi dunque, più che mai, far
cinema per me significa avere da un lato un cimitero pieno di fiori dove
riposano i miei progetti-sceneggiature non realizzati, sulle cui piccole tombe
io appunto porto i fiori. Dall'altro io sto nel mio giardino, più o meno
incolto (so che non so tanto coltivare la terra nonostante io appartenga alle
Lontane Province), anche questo giardino coi pochi fiori che bagno per gioia
mia del cuore e della vista, solo mio... E pensare che qualcuno ha detto un giorno che preferisce i film miei con sceneggiatura,
e io ho fatto la conta, sono 3
in tutti i miei anni, ma le sceneggiature scritte solo
negli ultimi 20 anni (nei primi 20 anni di underground rifiutavo l’atto di
scrivere la sceneggiatura) superano ben la decina… E allora concludo, Et voilà!
Questa è la mia testimonianza. Ma quante ce ne sono di uguali alla mia? Non si
contano più. Ma allora io continuerò a fare cinema per conto mio, underground,
qui sotto dove la luce non arriva se non quella che ci sta dentro e che non ha
bisogno di centrali nucleari per essere alimentata. Finchè dura… Il 27 parto
per l’India, vado a iniziare due film. E son appena tornato da Paris, dove da
due anni ne faccio un altro, a rate, dico, come appunto in India, da solo con
gli attori e la mia “camera”… Finchè dura… Durerà? Mi chiedo, ma ne son sicuro
finchè scampo… Anche perché mi illudo di vivere e “creare”, addirittura per
comunicare (nonostante il mio cinema “non popolare”) e soprattutto
testimoniare! - Destino! Tutto è destino! – si disse Bipin… E se ne andò per il largo
mondo, dove non aveva un’anima che lo chiamasse amico. È Tagore, l’indiano, RE E
REGINA, è il musicista che alla fine se ne va…
Abbraccio tutti, il mondo intero, Tonino.
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