martedì 11 agosto 2015

ACCOLTELLATI, 2005, e pag.196, dirò domani attrici e attori prima di morire e amen NO!

(CONTINUANDO) ...e stasera mercoledì 15 ottobre 2014 sono già le 22,34 e cd ho rimesso STABAT MATER, Haydn e ritorna e ritorna, e mi metto sul divano una pila di libri a destra e un'altra a sinistra e io sto in mezzo seduto senza nemmeno toccarli non ho la forza e intanto continua STABAT MATER e amen Ore 16,44 sì è meglio subito l'ora Variatio 25 Adagio a 2 clav. Nell'aria dalla finestra qua fuori le foglie secche VARIAZIONI GOLDBERG la ripresa e Marie Mar del Messico da Andrea di Berlino il cellulare a Roma 5' di 10'17'' la variazione più lunga non si può nemmeno dire come straordinaria l'arte del variare qui di Bach e le ore sono 16'57 il giorno 18 ottobre 2014 e cioè anche i giorni variano e il computer dice venerdì ma è sabato Casalborg è la variazione sabato campagna dopodomani di nuovo città sarà di nuovo lunedì e nuova settimana e la vita-sulla-vita è solo variazioNE di universitarie un solo tema sempre ma variaZIONE e ora Variatio 27 Canone all'aperto alla Nona ma è già 28 e la 27 era a 2 clav. 

Come ora la 29 anch'essa e appunto le cose si ripetono nell'alloggio la vita (vita-sulla-vita) sempre e già la 29 ed è a 1 o 2 clav e adesso la 30 ma forse ho confuso i numeri di 1 e va a finire lo sentimento senti ed è la 30 Quodlibet a 1 clav. Ma ho sbagliato è Aria da capo e Finestrino FINEstrino fine e non-CONOSCENTE non sento più perchè qui nella stradina nostra è passato un Quod orribile moto a 3 ruote che ci ha impedito la musica ed è la fine come l'inizio ARIA DA CAPO e anche la vita-sulla-vita è tale quale e ancora rombano i quod le moto laggiù e l'ultima nota e silenzio Amen è così la vita e l'arte delimitato Bach il variare Var e vien fuori nel battere i tasti aitai27 e adesso le auto laggiù nella strada che forse è regionale e questa qui piccola comunale Amen e oggi non dovevo scrivere perchè ho lavoro altrettanta e dopo mentre il giorno finisce e la luce se ne va noi due attraverso la collina che è di fronte e siamo scesi per il versante altro e Federica e i suoi quadri e poi ore 23,5 la sera Quartetto op.110 Shostakovic pianse sopraffatto quando lo sentì eseguire da un certo quartetto e quando arrivarono alla fine i 4 vedendolo che piangeva uscirono senza dir parola e lui... pag.193 oggi lunedì 20 ore 10.02 e già si deve ripartire e tornare alla casa-rifugio di via della Consolata 5 mentre questa di qua è Santa Maria 2 - Casalborgone (To) accanto al cimitero Amen...


L’aereo avvicinandosi all’aeroporto di Bangkok plana sulla terra del Siam ovverosia oggi Thailandia, così l’ha voluta chiamare colui che nell’anteguerra qui si rifaceva all’Italia di Mussolini e landia era per lui dal termine tedesco land e ha voluto che le donne si vestissero all’occidentale proprio come le vere donne fasciste… ma l’antico vero nome è Siam, e io lì sotto guardo il verde, sono le risaie, non l’ho però potuto appurare veramente mai dopo che sono sceso e per tutto il tempo che sono stato lì mi dicevano che non era la stagione del riso, - e oggi già mercoledì 22 e posso solo dire già - ma a me che sono del Piemonte e conosco Vercelli e Novara... (CONTINUA)

e facendo salto io copio-incollo - ...Umberto D. di De Sica è l’ultimo grande film “testimoniale” del neorealismo italiano: l’umiliazione e il trauma sono visti qui nel contesto della quotidianità postbellica, prima che la stagione consumistica ne rimuova quasi per intero le tracce visibili.
Per una volta ancora De Sica testimonia come la “dimensione sovrana, ultimativa, della Norma” porti alla disgregazione della protesta collettiva, ridotta ormai a un rituale, deprivata della sua forza

forza conflittuale. ....................
In alcuni momenti il libro di De Caro fa venire in mente quanto dice Sebald nel suo Storia naturale della distruzione: il desiderio di oblio e di trasfigurazione mitica dell’accaduto è particolarmente profondo in quei popoli che devono sopportare allo stesso tempo il trauma della violenza esercitata sugli altri e quello della distruzione subita, in un complesso di colpa e di umiliazione. La memoria preferisce abolirsi in una più tollerabile immagine di sogno, che lascia però impregiudicate le cause profonde del male avvenuto. È vero per la Germania, è vero per la Francia di Vichy, ed è vero anche per l’Italia del dopoguerra, benché sia pochissimo riconosciuto. -

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