giovedì 13 agosto 2015

preghiera

 e vorrei fare una preghiera aggiungere ma non ho la forza, la forza è dell'immagine, vorrei semmai urlare ma la forza, la forza è del suono e allora muto vorrei tenderti le braccia ma lo so già che tu non vuoi ricevere nè accogliere e allora ti chiedo di indicarmi altra direzione, basta un gesto uno solo e io andrò sabato 27 giugno 2015 a Casalborgone – Estate 1969. Eravamo partiti io e Mariella da Istanbul con Massimo (Bacigalupo, il nostro amico dell'underground Rapallo-Roma) che ci aveva raggiunti lì, a circa metà luglio. Il primo pullman (di linea?) ci aveva portati a (Konya? No, a Sivaz?)... dovevamo attraversare l'interno della Turchia, ma devo chiedere a Massimo. A Istanbul un ragazzo americano mi aveva raccontato di altri che avevano fatto quella stessa strada, verso l'India (i tasti del computer battono-suggeriscono verso l'Infanzia). Allora c'era anche un pullman (settimanale) Londra-Delhi, un altro da Monaco. eSu un pullman dei nostri apprendemmo da un giornale turco dello sbarco americano sulla luna, ma anche poi sapemmo della strage con Sharon Tate l'attrice, giovane e bella, moglie di Polansky incinta. A Erzurum... Ricordo che ad ogni stazione che raggiungevamo per la notte, chiedevamo subito dell'ospedale perchè Mariella doveva fare ogni giorno l'antirabbica (?), una iniezione nella pancia...
  
Osai tradire... - Tout à coup le tambour battit la charge. L'attaque fut l'ouragan. La veille, dans l'obscurité, la barricade avait été approchée silencieusement comme par un boa. A présent... - Victor Hugo Les misérables Tome Quatrième Cinquiéme Partie JEAN VALJEAN - XXI Les héros pag.166 – Paris, Nelson, Editeurs, 189, rue Saint-Jacques, Londres, Edimbourg et New York e anche questo libro come il Decamerone dono di Angela e Mario riserva delle sorprese tra le pagine Sì perchè ogni libro ha una sua storia proprio in quanto libro è testimone...              A Erzurum (ma dovemmo deviare verso il Mar Nero, Trabzon, che noi italiani chiamiamo Trebisonda, per il visto per l'Iran dal consolato italiano)... A Erzurum comprammo il biglietto per il pullman che da lì ci avrebbe portati direttamente a Teheran in due notti e tutto un giorno, era la tappa più lunga, ci fecero scegliere i posti (di solito ci davano quelli che nessuno sceglieva, in fondo). Era la strada degli hippies, i figli dei fiori, che seguivano il sogno dell'India. Solo a Kabul il console italiano mentre pranzavamo ci raccontò di quanti ragazzi italiani aveva soccorso, rimasti senza soldi, impantanati lì, alcuni morivano, era per la droga.
   

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