mercoledì 5 agosto 2015

Resurrezione di Tolstoj ripetuto - Fin dal primo giorno

Fin dal primo giorno che aveva riveduto Katjusa, Nechljudov aveva sentito
per lei il sentimento d'un tempo. Allo stesso modo d'un tempo, non
poteva avvistare senz' agitazione, anche adesso, il bianco del grembiale di
Katjusa; non poteva, senza esultanza, udire il passo di lei, la sua voce, il
suo riso; non poteva, senza tenerezza, guardare quel nero brillante, come
il ribes umido, dei suoi occhi, specie quando sorrideva; non poteva, soprattutto,
vedere senza turbamento come lei si facesse rossa ogni volta

che lo incontrava. Sentiva d'essere innamorato; ma non al modo d'un
tempo, quando questo sentimento d'amore era per lui un mistero, e non si
risolveva a confessare a se stesso d'essere innamorato; non al modo di
quando aveva la convinzione che amare non è possibile più d'una volta;
adesso era innamorato sapendo d'esserlo, e rallegrandosene, e anche sapendo
vagamente, seppure tenendolo nascosto a se stesso, in che cosa
l'amore consiste, e che cosa ne può venire.
Come in tutti gli uomini, in Nechljudov c'erano due individui. Uno, spirituale,
che non aspirava per se stesso se non a un bene che fosse tale
anche per gli altri; l'altro, animale, che aspirava a quanto fosse bene solo
per se stesso, e che, a un tale bene, era pronto a sacrificare il bene del
mondo intero. In questo suo periodo di pazzia egoista, provocatagli dalla
vita pietroburghese e militare, quest'individuo animale predominava in
lui, e aveva completamente soffocato l'individuo spirituale. Ma, riveduta
Katjusa, e tornatogli dentro quel sentimento che per lei aveva avuto allora,
l'individuo spirituale aveva rialzato il capo, e s'era fatto a reclamare i
suoi diritti. E senza tregua, per lo spazio di quei due giorni fino a Pasqua,
s'era svolta in Nechljudov un'inconfessata lotta interiore.
Nel profondo dell' anima egli sapeva che sarebbe dovuto partire, e che
non c'era ragione per cui si trattenesse così in casa delle zie; sapeva che
nulla di buono poteva venirne fuori; ma era una cosa talmente piacevole,
talmente rallegrante, che non se lo diceva chiaramente, e ci si tratteneva.
La sera del sabato, vigilia della resurrezione di Cristo, il prete, il diacono
e il suddiacono, superate a fatica con la slitta, così raccontavano, tra

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